La costanza cromatica

Trovo affascinante che sul colore si possa parlare da tanti punti di vista differenti e che ogni punto di vista possa spiegare e amplificare le conoscenze che noi già abbiamo su di esso.

Tra i vari punti di vista sul colore quello derivato dalle neuroscienze è sicuramente interessante.

La costanza dei colori è “uno dei meccanismi più potenti messi in atto dal cervello per conoscere le qualità permanenti del mondo” (*)

Da alcuni esperimenti realizzati in laboratorio, si è potuto verificare come il colore di un determinato elemento a noi risulti costante nonostante il variare della illuminazione.

Questo è spiegabile perché il nostro cervello, riconoscendo l’elemento, lo collega automaticamente alla sua costante cromatica e quindi, per fare un esempio, nonostante che  un mandarino,  situato in una stanza con  una bassa illuminazione, possa sembrare marrone in realtà, sapendo che dovrebbe essere arancione, noi lo indicheremo comunque di colore arancione.

I nostri occhi  per vedere il colore sono aiutati dal nostro cervello che lo crea aiutato dalla conoscenza e costanza di quel colore per un dato elemento. Così quando vediamo un oggetto nonostante magari la luce incidente sia variata  il nostro colore sarà il più simile possibile a quello che nella nostra mente dovrebbe essere.

“Una banana di polistirolo giallo appare più gialla di un cubo dello stesso polistirolo giallo” (**)

Gli esperimenti concordano nel  suggerire che la costanza cromatica sia soprattutto relazionale. Quando guardiamo un oggetto lo mettiamo in relazione a quello che lo circonda.

Interessante è  anche questa nota del libro di Paola Bressan “ Il meccanismo della costanza del colore si è evoluto ai fini di compensare  le variazioni naturali nella composizione spettrale della luce del sole. Non è il caso di meravigliarsi quindi (…) se tale meccanismo fa cilecca quando gli oggetti del nostro mondo sono illuminati da una luce che, da un certo punto di vista con quella del sole ha poco in comune.” (***)

Per fare un esempio: un animale nella foresta capirà quindi, utilizzando la costanza del colore, quando un frutto, un vegetale, è maturo o commestibile a prescindere dall’illuminazione data dalla più o meno presenza della luce solare, ma questo meccanismo invece, potrebbe non funzionare se la luce non fosse quella del sole.

Se questo brevissima pillola colorata vi ha interessato e volete saperne di più vi consiglio di leggere oltre ai libri che ho citato in nota anche questo interessante post che potete trovare cliccando qui.

Buona lettura!

 


 

 

(*)Riccardo Falcinelli, Guardare Pensare Progettare. Neuroscienze per il Design, Stampa Alternativa e Graffiti, 2011, pagg 236-239

(**) Paola Bressan, Il Colore della Luna , Come vediamo e perché, Editori Laterza, 2010 , pag.74

(***) Paola Bressan, op.cit., pag.76-77

 

 

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