Piombo zinco e titanio

Il primo bianco utilizzato e disponibile per dipingere fu la biacca: un bianco derivato dal carbonato basico di piombo: pigmento tossico molto coprente e solubile in acido nitrico. Le alternative  che erano gesso e ossa macinate non riuscivano a fornire la consistenza e opacità necessaria tipiche della biacca.

Il piombo, la cui facilità di lavorazione fu la causa del suo successo, era denso, duttile e malleabile, poteva essere lavorato a temperature relativamente basse e si trovava in alcuni minerali che contengono rame e argento, molto comuni nel passato.

Dalla biacca derivava  la cerussa (mix di bianco di piombo, acqua e aceto) utilizzata per secoli come pigmento bianco sia per la pittura che per la produzione di cosmetici.

Elisabetta I d’Inghilterra fu una delle più assidue utilizzatrici della cerussa veneziana, che applicava sul volto ad ogni occasione pubblica. Unico problema era la possibilità di una forte intossicazione da piombo causato dall’uso costante di biacca.

Nel corso del XVIII secolo si iniziarono ad utilizzare vernici a base di bianco di piombo per rivestire le chiglie delle navi della Royal Navy britannica. Il bianco di piombo veniva utilizzato per impermeabilizzare il legname e contenere le infestazioni da parassiti.

Intorno al 1780 finalmente ecco l'alternativa a questo bianco così utile ma così dannoso per la salute: il bianco di zinco. 

All'inizio però questo bianco risultò essere troppo caro, il suo potere coprente minore della biacca, la sua asciugatura, specialmente sotto forma di pigmento a olio, molto lenta. 

All'inizio venne utilizzato come pigmento per acquarello dai fabbricanti  inglesi di colori Winsor e Newton nel 1834. Il bianco di zinco risultava perfetto per realizzare delle velature perché schiariva il colore ma in maniera lieve.

Soltanto verso la fine del decennio 1840-1850, grazie all'intenso sforzo del fabbricante di colori francese E.C: Leclaire,  si riuscì a migliorare significativamente le caratteristiche di questo bianco.

Nonostante il prezzo si fosse abbassato, tuttavia il bianco di zinco stentò ad essere utilizzato su larga scala dagli artisti del tempo in quanto aveva un tono freddo e piatto che a molti non piaceva.  

Bisognava arrivare  agli inizi del XX secolo con la commercializzazione del Bianco di Titanio: pigmento di origine inorganica, minerale e sintetica,  bianco molto coprente che si miscelava bene con tutti i pigmenti, induriva rapidamente così da avere una consistenza uniforme e densa ideale per lavorare sia a pennello che a spatola per trovare finalmente un degno erede della biacca di piombo. (*)

 

 


 

 

 

 




(*) liberamente tratto da Colore, una Biografia di Philip Ball, Rizzoli Editore



 

 

 


 

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