Verde tossico

 Considerare il verde come un mix tra il giallo e il blu sarebbe stato impensabile nel periodo medioevale, il mischiare i colori era considerata una pratica illegale a causa dei tabù sulla mescolanza dei colori.

Il verde era considerato un colore molto difficile da realizzare e risultava essere un colore instabile in quanto tendeva a scolorire o a reagire con gli altri pigmenti.

Soltanto con l’avvento della pittura ad olio nel Quattrocento si riuscirà a gestire il colore verde rendendolo meno instabile anche se alcuni verdi comunque risulteranno avere ancora problemi.

Ad esempio il  colore verderame, pigmento, piuttosto trasparente, formato da acetato di rame era perfettamente opaco utilizzato come tempera a base di uovo, ma diventava trasparente con una base ad olio. Uno tra i celebri dipinti che utilizza questo tipo di verde è il  ritratto dei Coniugi Arnolfini  realizzato da Jan Van Eyck nel 1434. Questo quadro,  anche attraverso il vestito  verde della Signora Arnolfini, sottolinea il benessere finanziario della coppia.

Il verde, in questo caso risulta essere il simbolo del benessere economico proprio perché ai tempi era molto difficile riuscire a rendere un colore verde così profondo e saturo senza un duro lavoro di utilizzo di pigmenti e oli . (*)

Un altro verde con una storia interessante è il verde di Scheele. Il nome di questo verde deriva nome dal chimico svedese Carl WilhemScheele, che nel 1775 sintetizzò questo colore. Chimicamente, il composto è un arsenito acido di rame con una formula chimica alquanto complessa e fu usato come pigmento colorante per molto tempo prima di rendersi conto della sua tossicità.

Come colore fu utilizzato da molti pittori, fu prodotto su scala industriale e trovò largo impiego anche in oggetti di uso comune tra i quali carta da parati, saponi per l'igiene, giocattoli per bambini, vestiti, colorante per dolci.

Ad un certo punto, data la sua forte diffusione e tossicità iniziarono alcune morti sospette, che portarono alla conduzione di test per risalire alla causa dei vari strani decessi. In questo modo si riuscì a capire che ad esempio la carta da parati  verde, così fortemente utilizzata e di moda, poteva essere altamente tossica proprio a causa della presenza di arsenico.

È stato anche ipotizzato, benché questo non si sia potuto dimostrare con certezza, che anche la morte di Napoleone Bonaparte possa essere collegata ad avvelenamento da carta da parati. Si sa per  certo che la residenza dove soggiornò Napoleone a Sant'Elena avesse pareti tappezzate con carte da parati color verde di Scheele, e un campione di capelli di Napoleone, analizzato il secolo scorso, rivelò concentrazioni elevate di arsenico.

Per finire , accertata  quindi la sua pericolosità, il nostro verde con arsenico  finì per essere conosciuto come verde di Parigi derivante dal fatto che da colorante fu convertito in diserbante e veleno per topi  nelle fogne di Parigi appunto.

 


 

 


 (*)Da Kassia St Clair, Atlante sentimentale dei colori, Utet

 

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