Oro Divino

Divinità, gloria e splendore è stata rappresentata per moltissimo tempo dagli artisti  attraverso l'uso dell'oro, il metallo più prezioso.

Nel periodo bizantino e medievale soltanto la sfumatura ramata dell'oro era considerata perfetta per rappresentare la divinità.

Nella Maestà del Duomo di Siena di Duccio di Buoninsegna, dipinta tra il 1308 e il 1311, capolavoro dell'artista ed uno dei dipinti più importanti dell'arte pre-rinascimentale italiana, vennero usati soltanto 9 pigmenti: tre rossi, tra cui uno smalto, due blu, il verde, il nero, il bianco, l' ocra e l'oro (*)

L'oro venne ampiamente usato non soltanto nello sfondo e nelle aureole, ma anche nel trono della vergine  e nei vestiti dei santi, per dare un senso diffuso di luminosità.

La tecnica di Duccio per indorare le tavole di legno si usa ancora adesso.

Si ricopre la tavola di legno con un fondo di gesso bianco in modo da creare la base. Sulla base si stendono sottilissimi strati di argilla rosso bruna, chiamata bolo. L'argilla crea una ulteriore base per la stesura della foglia d'oro che viene applicata in strati sovrapposti. Prima di far aderire  le foglie d’oro occorre non dimenticare di applicare una mistura di albume e acqua  e creare  così una superficie maggiormente adesiva su cui fare aderire la lamina d'oro.  La lamina d'oro viene poi successivamente levigata con un brunitoio con all'estremità una pietra dura che ai tempi di Duccio era uno smeraldo o un rubino. (*)

Cennino Cennini, pittore italiano, vissuto tra fine 1300 e inizio 1400,  noto soprattutto per aver scritto  all'inizio del XV secolo un trattato sulla pittura, il Libro dell'arte consigliava di applicare l’oro in giornate umide in modo da amplificare la caratteristica della mistura adesiva.

L'eternità dell'oro è ciò che ricercherà Gustav Klimt, uno dei più interessanti artisti della secessione viennese. In alcune sue opere come Il ritratto di Adele Bloch-Bauer o il Bacio, renderà l'oro protagonista eterno e non più relegato a decorazione o sfondo.

 


 

 

(*) Il Colore, in collaborazione con la National Gallery of Art di Washington, De Agostini pagg.10-11

 


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