Il difficile viola

 I nomi più comuni per indicare il colore viola sono: lavanda, malva, melanzana, lilla, prugna erica.

Il colore viola prende il nome dal fiore omonimo dello stesso colore che il nome cita.

Il colore viola viene a volte citato impropriamente con la parola violetto, che è  invece utilizzato per indicare il colore puro presente nello spettro elettromagnetico della luce visibile.

Nella scala dei colori  pigmenti, usati in pittura, il viola è definito secondario in quanto  mescolanza del blu e del rosso. Per comporre un viola bisogna che il rosso non contenga del giallo, come ad esempio il rosso scarlatto che è una tonalità di rosso determinata da una piccola componente di giallo. Lo scarlatto tende infatti lievemente all'arancione, e se mischiato al blu dona marroni molto interessanti, ma non viola sicuramente. Stessa cosa può accadere con blu turchese tendente al verde e quindi con del giallo al suo interno.

I colori migliori per creare un viola acceso sono il colore magenta mischiato con una porzione di blu. Mischiando il magenta con il colore blu ciano si possono ricavare varie tonalità molto interessanti che vanno dai blu ai viola.

Johannes Itten nella sua Arte del colore riteneva che fosse alquanto difficile trovare il tono esatto del viola che “non deve essere né troppo rosso, né troppo azzurro.”.

Riteneva il viola “addirittura terrificante” specie se tende al porpora e se presente in grandi macchie sulla superficie su cui si lavora..

“ Il diffondersi su un paesaggio d’una luce violetta, diceva Goethe, ispira il terrore della fine del mondo”, (…) ma appena schiarito nascono dal viola delicate e amabili tonalità. (*)

E voi quali viola amate? Scuri e minacciosi o chiari e più amabili? La simbologia del viola è ricca e duplice come ogni altro colore. La prossima settimana ve ne parlerò.

Intanto buone prove colorate con viola di tutte le tonalità.

 


 

 

 

(*)  Da (*) Johannes Itten, Arte del colore, Il Saggiatore, pag. 89

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