Colore organizzato, emotivo, dipende, non so.

Qualche giorno fa ho realizzato un sondaggio nelle mie stories di Instagram chiedendo se il personale utilizzo del colore veniva percepito, da chi mi segue,  come organizzato, emotivo , se dipendeva dalle circostanze oppure se non lo si sapeva.

E’ stato interessante come la maggioranza delle risposte si sia indirizzata sulla questione emotiva e sul "dipende".

Per  rispondere al sondaggio ho utilizzato delle frasi di artisti celebri.

Per coloro che organizzano il colore ho lasciato rispondere a Paul Cézanne

“Il disegno ed il colore non sono affatto distinti. Man mano che si dipinge, si disegna. Più il colore diventa armonioso, più il disegno si fa preciso.”

Ho scelto Cézanne per la sua caratteristica di dipingere a macchie di colore, come se ogni macchia non fosse altro che una tessera di mosaico  e che quindi “ acquista un senso solo quando è unita alle altre nel ricomporre un oggetto: usa cioè il colore per “costruire” le forme e per questo ogni pennellata è densa e stesa con energia.” Il colore quindi è organizzato e segue un suo pensiero e progetto.

Per i “non lo so” ho lasciato rispondere a Pablo Picasso: “Quando non ho più blu metto del rosso”.

Cliccando qui su Rai Radio Techete' potete ascoltare un interessante podcast su e “con PABLO PICASSO”

Ho scelto questa risposta perché leggo come una sorta di nonchalance nel rispondere in questo modo come se non fosse in realtà importante che le cose vadano in una o altra direzione, che non è importante questo o quel colore… e mi chiedo: se fosse proprio così?

Interessante comunque che Picasso scelga proprio il blu e il rosso nella sua frase.

Cliccando Qui potete leggere un’interessante post su come il rosso e il blu facciano vendere l’arte. E per Picasso grande artista, ma anche grande “venditore” della sua arte questa sua frase  sul blu e  il rosso è assolutamente perfetta.

Per i “dipende “ ho lasciato rispondere a Paul Klee  che nel 1914 dopo il suo viaggio in Tunisia insieme a  Macke e Moilliet  scrive nel suo diario: “ Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell'ora felice: io e il colore siamo tutt'uno. Sono pittore.

Cliccando qui potete leggere una mia pillola colorata su quel viaggio di qualche tempo fa.

Molte volte a lezione, quando rivolgo la domanda sul perché dell’uso di un determinato colore mi viene risposto, al di là della risposta "teorica" che è dipeso da questo o quel colore vicino, dalla storia da illustrare, dal tempo, dalla luce…. A volte, senza avere una conoscenza approfondita l’accostamento dei colori segue interamente quelle che sono le regole della teoria del colore. 

Ho pensato che come Klee, a volte, chi risponde “dipende”  è perché è un tutt’uno con il colore, è qualcosa che si ha dentro  e il dipende è “dentro “ di sé. 

Ma questo non vuol dire che la teoria non sia importante conoscerla. Anzi…

Secondo me la teoria è come un bussola e bisogna averla in tasca, per ogni evenienza. A volte sai dove sorge il sole e quindi non è importante consultarla a volte, nelle notti buie, il sole non sai dov’è. Una bussola ti può indicare il nord e quindi la direzione da seguire per ammirare una nuova alba.

Per chi vive e utilizza  il colore come qualcosa di emotivo ho risposto attraverso Vasilij Kandinskij"Il colore è un potere che influenza direttamente l'anima". Il colore emoziona,  coinvolge , seduce, piace.

Kandinskij descriveva i colori in base alle sensazioni e alle emozioni come fossero stati degli strumenti musicali che generavano una melodia che arrivava dritta al cuore e parlava così alle emozioni.

Ovviamente queste sono mie considerazioni e le risposte potevano essere altre…ma in ogni caso riferirsi ai giganti a volte ci fa sentire meno soli e compresi. Non pensate anche voi?






 

 

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