La stella di Blanc
Siamo abituati a conoscere gli schemi cromatici come delle circonferenze attorno alle quali si sviluppano, per la gran parte delle volte, dodici colori.
Ma esistono anche altre forme geometriche utilizzate per spiegare i rapporti tra i colori. Una di
queste forme geometriche è la stella di Charles Blanc (1876)
Charles Blanc creò questa originale stella per meglio esplorare
le leggi del contrasto simultaneo studiate da Michel Eugène Chevreul.
Chevreul chimico , direttore nel 1813, della fabbrica Gobelins , manifattura di arazzi, era preoccupato per la quantità di lamentele che riceveva dai tintori che utilizzavano dei coloranti che non riuscivano a soddisfare le loro aspettative. Per prima cosa scoprì come alcuni coloranti fossero più instabili di quello che sembravano ad una prima analisi e che molte volte la colpa, se di colpa si trattava, non era solo da imputare ai colori di per se ma anche alla influenza che essi si regalavano stando vicini l’un l’altro.
Nel 1839 pubblicò quindi De la loi du contrast simultanea des couleurs. Nel suo scritto dimostrava come un colore fosse influenzato dal colore vicino, come lo stesso tono sembrasse più chiaro o più scuro a seconda dello sfondo o del colore che aveva vicino.
Immagino quante volte anche a voi che mi state leggendo sia capitata una cosa del genere.
Ogni colore influenzava quello che gli stava accanto, riflettendo su di esso il proprio complementare: ad esempio, mettendo accanto il giallo e il viola, quest’ultimo si rafforzava a causa dell’alone viola che il giallo proiettava su di esso, mentre mescolando i due complementari si creava il grigio. Chevreul disegnò anche un cerchio cromatico diviso in 72 parti partendo dai tre colori primari rosso, giallo e blu e completandolo con i tre loro complementari e le loro sfumature intermedie.
Quindi, ritornando a Charles Blanc, la sua stella cromatica non era altro che un ulteriore modello per meglio comprendere il sistema cromatico attraverso una stella contenente sei triangoli contrapposti in cui i primari del rosso, del giallo e del blu si alternavano ai secondari dell'arancio, del verde e del viola.
Fu il pittore post-impressionista, Georges Seurat a utilizzare maggiormente la leggi di Chevreul utilizzando per lo più il testo “Grammatica delle arti del disegno” (che potete trovate integralmente cliccando qui) di Charles Blanc pubblicato nel 1867 che riprendeva in modo chiaro le Teorie di Chevreul.
Per chi se lo fosse perso, di Michel Eugène Chevreul ne parlo anche in questa pillola intitolata "l'atlante dei colori" di qualche tempo fa.
Bibliografia:
Commenti
Posta un commento